Daniele Caranzano, classe 1999, è un giovane margaro che porta avanti con passione un mestiere antico, vivendo e lavorando a 2400 metri di altitudine.  In una baita nel vallone di Traversiera sopra Madonna delle Grazie in alta valle Maira restaurata nel 2019 grazie a un progetto dell'Unione Europea, Daniele ha allestito un piccolo laboratorio caseario dove produce tome e formaggio nostrale con il latte delle sue cinque mucche: 
Maya, Stella, Alpina, Vienna e Austria.
Era il suo sogno di avere delle mucche sue, per i suoi 18 anni aveva ricevuto le campane in omaggio e si era promesso di metterle al collo delle sue mucche
Le sue giornate sono scandite dai ritmi della montagna e della natura. All'alba, inizia con la prima mungitura, poi porta le sue mucche al pascolo, immerso nella tranquillità delle alte quote. Durante il giorno, si dedica alla produzione del formaggio e alla pulizia del materiale da lavoro, curando ogni dettaglio. La sera, le mucche rientrano e Daniele procede con la seconda mungitura, chiudendo la giornata come l'aveva iniziata: a stretto contatto con i suoi animali e la sua terra.
Il suo lavoro non è solo una tradizione che si tramanda, ma un impegno verso la valorizzazione del territorio e della cultura alpina, in sintonia con la natura circostante.
Ho seguito Daniele durante una sua giornata di lavoro. Per me, era importante catturare non solo i gesti quotidiani del suo mestiere di margaro, ma anche l'attenzione e il rispetto che Daniele dimostra verso l'ambiente che lo circonda. Il suo lavoro, fatto di impegno e amore per le tradizioni, è un esempio prezioso di come si possa vivere e lavorare in equilibrio con la natura, continuando a tramandare un'eredità che unisce passato e futuro.
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